È lei!

È lei!

lunedì 25 giugno 2012

La partita.

Non ve lo sareste mai aspettato, eh?
E invece. Sì, vado al bar a vedere le partite. Mi piacciono, le belle partite. Anche se sono femmina e se faccio Lettere, e il pensiero di 22 imbecilli che rincorrono un pallone e che guadagnano -pro capite - quanto tutti gli inquilini del mio condominio, beh, dovrebbe almeno farmi rodere il culo. Mi rode, non preoccupatevi, mi rode. Ma una bella partita è una bella partita.

Ieri sera, sbarcati a Nettuno, abbiamo fiutato il maxi schermo più vicino.
Ad ogni occasione goal mancata, perdevo stadi evolutivi, fino ad avvicinarmi pericolosamente all'Homo Habilis, verso la fine del II tempo supplementare.

È che abbiamo mille problemi, ma la partita non conosce classi sociali, tasse, parlamentari ladri o preti pedofili. È un momento di decompressione e sfogo di tutte le frustrazioni accumulate nei giorni/mesi/anni. Almeno, c'è un capro espiatorio. L'arbitro che non da un rigore, il guardalinee che non vede un fuorigioco e via dicendo.
Non rompete i coglioni con le partite, o femmine.
Se il vostro uomo vuole vedere la partita al bar con gli amici, o ci andate anche voi (ma senza rinfacciarglielo a vita) oppure state a casa con le amiche a farvi un'endovena di Desperate Housewives, ma sempre senza rompere le palle.
Probabilmente, il vostro fidanzato vi ha portate al cinema a vedere Sex and the City, il film. Avrà anche sganciato 8 euro e 50 per il vostro biglietto.

Detto ciò, la partita di ieri la lascio commentare a chi è in grado di farlo.
Io, che faccio Lettere, mi limiterò a dare la mia opinione linguistica, storica e personale: secondo me, dopo la partita di ieri, la lingua dei rapporti internazionali può tornare ad essere il latino.

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